Trenord, a casa 1500 dipendenti Da gennaio soppresso un treno su due

“Se i tagli contenuti nell’ultima versione della manovra dovessero essere confermati, un treno su due non potrà più circolare in Lombardia”. E’ la denuncia che avanza Giuseppe Biesuz, amministratore delegato di Trenord, la nuova società che gestisce i servizi sui binari della Lombardia. Il manager di Trenord ha parlato a Lecco, in occasione dell’entrata in servizio del primo degli 11 nuovi treni Gtw sulla linea Milano-Monza-Molteno-Lecco. “Se rimangono i numeri dell’ultima versione della manovra – ha precisato Biesuz – ci saranno tagliati, sul 2012, circa 200 milioni di euro, ovvero tra il 50 e il 60% dei trasferimenti dello Stato. Questo significa, in termini di servizio, tagliare un treno su due, ma soprattutto significa essere costretti a ridimensionare l’azienda e quindi a creare un grosso problema di natura occupazionale”.

Secondo Biesuz, infatti, le prime proiezioni rese disponibili dai suoi tecnici, parlano di un taglio del personale di 1.500 dipendenti. “I costi di questa azienda – ha aggiunto Biesuz – sono sostanzialmente incomprimibili per il 70% perché riguardano gli asset e il personale”. Per questo motivo l’amministratore delegato di Trenord ha lanciato un appello al governo affinché “si possa recuperare un taglio che per il sistema ferroviario è inaccettabile”.

L’allarme è stato subito ripreso dalla politica. “Questa manovra non va bene così. Insieme si trovi una soluzione che non può essere, una volta di più, mettere le mani nelle tasche dei pendolari” ha detto l’assessore regionale ai Trasporti, il varesino Raffaele Cattaneo, esprimendo la sua preoccupazione per le ripercussioni che i tagli previsti dalla manovra sul trasporto pubblico locale potrebbero avere sul sistema ferroviario lombardo. “Quando fu approvata la manovra di luglio – ha detto l’assessore

lombardo – mandai un messaggio tranquillizzante, dicendo che non avrebbe toccato i servizi del trasporto pubblico. La manovra di agosto, ahimé, non è così e riporta la Lombardia nella situazione in cui si é trovata un anno fa, con circa 300 milioni di tagli sul miliardo di contributi che arrivano da Roma per autobus e treni”. Di fronte a queste cifre Cattaneo, pur non volendo “fare dell’allarmismo”, si è detto pronto “a iniziare una nuova battaglia” per ottenere le risorse da Roma, con anche “azioni forti ed eclatanti”, avviando al contempo “un fronte lombardo in difesa dei pendolari”. “L’anno scorso, la Lombardia – ha concluso l’assessore – è stata la prima regione che ha aumentato le tariffe di autobus e treni, con serietà e responsabilità abbiamo chiesto un sacrificio ai cittadini. Essere responsabili, però, non significa essere i più sprovveduti. Noi non ci stiamo più a pagare, dalla Lombardia, per le inefficienze altrui”.

e.marletta

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