Varese assalita dalle farfalle Sono pelose e non vanno toccate

VARESE Varese invasa dalle farfalle bianche. Si è svegliata così la città giardino, ricoperta d’insetti bianchi, simili a farfalle pelose. Sono ovunque: attaccate alle facciate delle case, sotto i portici e aggrappate ai lampioni della luce. Un fenomeno normale, nel periodo estivo, ma del tutto inedito per la nostra città. Il particolare insetto si chiama Euprottide Crisorrea e si tratta di un lepidottero notturno, pericoloso per l’uomo. Le setole pelose che ha sul corpo, infatti, sono urticanti e se vengono a contatto con la pelle possono provocare importanti reazioni allergiche e irritazioni cutanee. Ma basta non toccarle e non c’è alcun pericolo.Una pullulazione questa, che secondo l’esperto, il professor Carlo Morelli docente di zoologia dell’Insubria ed esperto nel riconoscimento d’invertebrati, è dovuta a un insieme di condizioni favorevoli alla loro crescita. «Il clima mite, per esempio, ha fatto si che le crisalidi riuscissero tutte a superare l’inverno e, con il caldo di questi giorni, gli adulti sono usciti per riprodursi – spiega – Anche la mancanza dei predatori naturali di questa specie può essere un’altra delle cause che ha permesso che le crisalidi non fossero decimate e riuscissero a svernare numerose». L’invasione durerà solo qualche giorno, assicura l’esperto, «perché il loro ciclo di vita da farfalle è brevissimo. Vivono sono qualche giorno, giusto il tempo di riprodursi». Il peggio

però deve ancora arrivare. Intorno al mese di luglio si assisterà alla seconda pullulazione delle farfalle e, dato il clima caldo, saranno ancora più numerose delle attuali. «Gli adulti che vediamo oggi deporranno le uova e moriranno nel giro di qualche giorno. Da loro nasceranno dei bruchi che in sei settimane circa si ritrasformeranno e ci sarà una seconda invasione di farfalle». Il pericolo a questo punto sarà solo per le nostre piante. L’Euprottide Crisorrea, infatti, depone le larve sotto le foglie delle piante, di cui i piccoli bruchi si nutrono. «Il rischio è che la vegetazione soffra parecchio per questa pullulazione – continua Morelli – I bruchi sono gregari e fanno una specie di nido di seta nel posto in cui si stanno nutrendo. Dei piccoli sacchetti che sembrano ragnatele attaccati alle piante e che, per crescere, mangiano le foglie, decimando la pianta a cui sono attaccati». E la disinfestazione non servirebbe a nulla. «Il danno sarebbe anche superiore al vantaggio – aggiunge – Le sostanze chimiche sono dannose per l’ambiente e rischiano di eliminare le Infantrie, ma anche altri insetti fondamentali per l’ecosistema». L’unica cosa da fare è aspettare. Gli adulti che diventeranno farfalle nel mese di luglio sopravvivranno qualche giorno, si riprodurranno, e bisognerà attendere la primavera prossima perché le crisalidi escano di nuovo.

f.iagrossi

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