Volvo, la cura cinese ha fatto miracoli

Volvo sta vivendo un momento magico. Con il passaggio di proprietà dalla Ford – che l’ha ceduta per 1,8 miliardi di dollari – a un gruppo cinese le prospettive si sono enormemente aperte. Dal punto di vista produttivo è stato avviato uno stabilimento in Cina – il mercato più promettente – dove si produrranno 120 mila auto l’anno, impiegando 2500 persone. È un passo della strategia di Volvo che punta all’espansione sul mercato cinese, dove già oggi la società è al quinto posto tra i produttori di auto

di lusso (gli altri sono BMW, Mercedes, Audi e Jaguar).

A livello di prodotto è stato accelerato il processo di rinnovamento della gamma: oggi il modello più “vecchio” sul mercato risale ad appena un anno fa. La prospettiva è che poi quest’anno si avranno notevoli novità tecniche con la messa in produzione di motori interamente progettati e realizzati dalla Casa. Nonostante il difficile momento economico generale, Volvo quest’anno produrrà 433 mila vetture con un aumento di poco meno del 3 per cento rispetto all’anno scorso.

L’imprenditore cinese Li Shufu, uno degli uomini più ricchi della Cina nonché fondatore nel 1986 del più grande gruppo automobilistico del paese, Geely, che ha comprato tre anni fa Volvo, non nasconde programmi ambiziosi. Nei primi cinque mesi di quest’anno le vendite in Cina sono cresciute del 27 per cento rispetto a un anno fa, andando vicino ai 23 mila veicoli, poco meno di quelli venduti negli Stati Uniti nello stesso periodo. Nei prossimi anni, se continueranno gli attuali ritmi di crescita, la Cina diventerà il primo mercato mondiale per le auto e gli altri beni di lusso. L’obiettivo di Volvo per il 2020 è vendere 800 mila automobili in tutto il mondo, un quarto delle quali in Cina: questo vorrebbe dire più che raddoppiare la produzione rispetto ai numeri attuali.

Tornando alla realtà italiana, in questi giorni Volvo Italia compie 40 anni dalla creazione della propria struttura a Bologna. E nel segno della conferma della qualità del proprio prodotto ha proposto all’attenzione la sua intera gamma in cui spicca la V60 Plug-in Hybrid la cui vendita è prevista nel mese di settembre. E’ la prima ibrida a ricarica con motore diesel al mondo e il modello tecnicamente più avanzato mai realizzato da Volvo. Si tratta di tre automobili in una: elettrica, ibrida e sportiva ad alte prestazioni. E’ una vettura dalle eccellenti qualità il cui difetto è solo uno…: il costo. Sessantamila Euro non sono pochi in questo momento di mercato, ma la macchina ha doti che colpiscono. Prima fra tutti, lo scambio fra motore elettrico e motore diesel che avviene con una dolcezza eccellente. Si parte in modalità elettrica e si può continuare a guidare in questo modo per circa 50 chilometri se non si schiaccia troppo sull’acceleratore.

La V60 Hybrid Plug-in abbina un 2.4 turbodiesel da 215 CV (che si occupa di muovere le ruote anteriori ed è collegato a un cambio automatico a sei marce) a un’unità elettrica da 27 CV (che salgono fino a 68 CV solo per brevi tratti) posta fra le ruote posteriori. La presenza sul retro di questo motore elettrico da un lato migliora ulteriormente il già ottimo assetto della vettura e dall’altro toglie un po’ di volume al bagagliaio che da 305 litri può ampliarsi sino a 1126 con gli schienali posteriori abbassati.

Premendo il pulsante AWD (trazione integrale) sulla console centrale si attivano le quattro ruote motrici a controllo elettrico. Di fatto, al posto della trasmissione meccanica del tradizionale sistema AWD con giunto di ripartizione centrale, la distribuzione della coppia alle ruote anteriori (azionate dal motore turbodiesel) e a quelle posteriori (spinte dall’unità elettrica) viene gestita dall’unità di controllo centrale. In pratica, i due motori funzionano insieme con coppie motrici diverse a seconda delle necessità. Su questa vettura esistono diverse modalità di guida, da quella più paciosa a quella più sportiva (i motori consentono di salire a 100 all’ora in poco più di sei secondi. Tre i ‘temperamenti‘ completamente diversi, denominati Pure, Hybrid o Power.

• In modalità Pure, l’auto è alimentata solo dal suo motore elettrico fin quando è possibile. L’autonomia di percorrenza arriva a 50 km.

• Hybrid è la modalità predefinita ogni volta che si mette in moto l’auto. Il motore diesel e quello elettrico interagiscono per ottenere emissioni di CO2 (NEDC, ciclo di guida misto ai fini della certificazione) di 48 g/km (con consumo di carburante 1,8 l/100 km).

• In modalità Power, la tecnologia è ottimizzata per far sì che l’auto offra le migliori prestazioni possibili. Il motore diesel e quello elettrico erogano una potenza combinata di 215 + 70 cavalli e una coppia massima di oltre 600 Nm. La vettura accelera da 0 a 100 km/h in 6”1.

Il conducente può decidere di risparmiare l’energia della batteria per poter sfruttare l’alimentazione elettrica al 100% in un secondo momento, ad esempio durante l’attraversamento di aree urbane residenziali o nel centro città. Quando si attiva la funzione “Save”, il sistema di bordo verifica che la batteria conservi sempre un livello di carica sufficiente per un percorso successivo in modalità puramente elettrica. Se necessario, il generatore ad alta tensione ricarica la batteria in modo tale da mantenere un livello di carica sufficiente per un altro percorso in modalità “Pure”.

La vettura può essere ricaricata tramite una normale presa di corrente (230 V/6 A, 10 A o 16 A), a casa o in un parcheggio. Il tempo di ricarica dipende dal livello della corrente. Una carica completa a 10 A richiede 4,5 ore. Il tempo si riduce a 3,5 ore con 16 A, mentre per una ricarica a 6 A sono necessarie circa 7,5 ore.

Per iniziare comodamente il viaggio è inoltre possibile preriscaldare o rinfrescare l’abitacolo durante il processo di ricarica. Ciò significa anche che viene preservata la carica della batteria per alimentare effettivamente la dinamica della vettura.

La funzione di pre-climatizzazione include anche la possibilità di raffreddare le batterie. Il pre-raffreddamento è d’importanza fondamentale al fine di massimizzare la capacità di carica e quindi l’autonomia di percorrenza per ogni carica.

Vengono offerte inoltre due opzioni di riscaldamento. Quando si utilizza l’alimentazione elettrica, viene utilizzato un riscaldatore ad aria PTC (Coefficiente Termico Positivo). La vettura dispone inoltre di un riscaldatore alimentato a carburante diesel.

Da questa serie di particolari si intuisce come Volvo stia approfondendo ulteriormente ogni aspetto dell’evoluzione tecnica nel settore dell’auto, ivi compresa quella che fa pate della sua tradizione: la sicurezza. A questo proposito, l’obiettivo dichiarato è quello di assicurare la permanenza in vita di chi sta su una Volvo, in caso di incidente. Visti i passi in avanti compiuti, non sembra un sogno irrealizzabile.

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