Il Pd dichiara guerra al Pd E sul blog volano gli insulti

VARESE Il Pd torna a guardarsi l’ombelico. Quello di partito, s’intende. E quando il Pd si guarda l’ombelico ecco che, nonostante l’incredibile «sconfitta-vittoria» di Luisa Oprandi a Varese, finita al ballottaggio con la corazzata guidata da Attilio Fontana e le vittorie nette di Gallarate e Malnate, volano gli stracci.

Virtuali, s’intende, ma pur sempre stracci. Quelli che, a suo tempo, un neo eletto segretario Dario Franceschini aveva chiesto di «lavare in casa» per destinare tutte le frecce e (e le frecciatine) nell’arco democratico all’indirizzo del centrodestra. Ma, tant’è: da venerdì a oggi, in casa democratica tutti i sassolini sono usciti dalle scarpe e, via via, dal blog di Paolo Rossi sono rotolati giù massi. «Una politica fuori dal mondo» aveva postato tre giorni fa il senatore democratico, rimarcando: «La funzione dei partiti è insostituibile in una democrazia degna di tale nome ma questi non possono parlare il linguaggio del passato».

Apriti cielo: «Se a Varese città in particolare, sopravvive la politica dei Molinari, Mirabelli, Tosi e Cacioppo, con la sovrintendenza del desaparecido Marantelli, voglio dire la vecchia e logora squadra Ds, non si andrà da nessuna parte. Ricordo agli smemorati che sono gli stessi che non volevano Oprandi candidata sindaco. Dei geni della politica varesina» commenta un anonimo “rottamatore”.

«Sono convinto che la componente diessina cercherà di fare fuori politicamente Luisa Oprandi perché sta disturbando e parecchio la loro presunta onnipotenza. Se ben guardiamo sia a Gallarate, sia a Malnate, sia a Varese i risultati li hanno ottenuti coloro che (candidati sindaci) non provenivano dall’area Ds. Un bello smacco» aggiunge Edo. «Dalle finestre del Pd sta uscendo la puzza di naftalina e sta entrando aria fresca. E questa sta facendo venire i brividi a chi è

abituato a controllare tutto e tutti. Non mi meraviglierei se le stiano già preparando qualche polpetta avvelenata (alla Oprandi, ndr)» rincara la dose G.A. «Che palle, già tutta la vecchia guardia del Pd contro Luisa Oprandi – intercala una “rottamatrice”, a proposito del riferimento di Luigi alla scelta della candidata di restare sia in Provincia e in Comune – Capisco che lei dà fastidio alla vecchia politica e alla solita nomenclatura però non se ne può più di certi metodi da vecchi tromboni. Ma hanno capito o no questi signori no che la gente sta con lei e non con loro?». Un blog bollente: «Ho sentito con queste orecchie cosa dicevate», torna a dire la “rottamatrice” riferita ai «vari Cacioppo, Molinari&company». «Ho sentito dire proprio che lo stesso senatore era un “emerito d… che non capiva un cavolo di politica” solo perché ha osato per primo proporla e poi sostenerla (la Oprandi, ndr). Hanno inventato ogni giorno ostacoli per farla fuori e alla fine non avendo in mano più niente hanno dovuto accettarla. Quindi non nascondiamoci dietro la storiella di un voto formale. Questo va bene per gabbare la gente fuori».

«Visto che dici di essere bene informata sulle vicende interne del Pd, perché non condanni alcuni che, invece di sostenere lealmente Luisa, hanno incitato pubblicamente al voto disgiunto? Forse perché sono tuoi amici “rottamatori”?» posta il consigliere comunale Fabrizio Mirabelli.

«Ero candidato, ho seguito tutta la bella campagna di Luisa e ho visto con i miei occhi chi ha davvero sostenuto la sua candidatura. I Molinari, i Mirabelli, i Tosi, i Cacioppo erano sempre presenti. Di rottamatori non ne ho visto neanche uno, mai, manco un manifesto si sono degnati di attaccare. Stendo un velo pietoso sulla sera, dei risultati elettorali al primo turno» scandisce “Linus”. «Sono sconcertato dal comportamento di sedicenti rottamatori/trici che fanno accuse precise e ingiuriose a persone del Pd nascondendosi nell’anonimato. Imparino da Renzi che espone le sue idee anche urticanti prendendosene la responsabilità» interviene Ambrogio Vaghi. «Che brutto partito il Pd» conclude sconfortato Ferdy.

e.marletta

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