Cambio vita, vendo la torre E trova anche chi la compra

VARESE «Non ho mai calato la treccia giù dalla torre, ma ho lucidato a uno a uno tutti i cento gradini della scalinata». Anna Maraviglia, una delle ultime discendenti della famiglia Bizzozero, racconta così le ore trascorse nella torre di piazza Sant’Evasio, immobile di cui è stata proprietaria per 56 anni.
Mai nessuno prima di lei aveva conservato la proprietà della torre per così tanto tempo. «Purtroppo alla fine ho dovuto venderla, lasciandoci dentro un pezzo di cuore»

continua Maraviglia.
La sua è stata una decisione sofferta, ma dettata dal buonsenso: «Ho superato gli 83 anni di età, non riesco più a starci dietro come una volta. Avere una torre richiede presenza e assenza di vertigini: bisogna verificare che tutto sia a posto e salire su e giù dai gradini almeno una volta al mese. Mi consola sapere che adesso se ne occupa una famiglia affezionata al rione». La torretta, alta 22 metri, è tutelata dalle Belle Arti e sembra uscita dai libri di favole. Nessuno, nemmeno la signora Maraviglia, sa come mai sia stata costruita proprio lì. Il professor Renzo Talamona, in un volantino stampato dal Comune di Varese nel 2003 su iniziativa del Circolobizzozero, provò a tracciare delle ipotesi: «Certamente la torre faceva parte di un complesso più ampio, cosa che si evince dalla continuità con gli edifici circostanti».
La base della torre risale al 1400, la cima al 1700. In quegli anni la chiesa di Santo Stefano non c’era esisteva e forse la torre serviva come punto di controllo militare: dalla cima si vede tutta la valle Olona e il monte Rosa. La storia insegna che le famiglie importanti, un tempo, usavano costruire edifici alti a testimonianza del proprio prestigio sociale e così, forse, fecero i “Bizzozero”. Purtroppo la torre non è abitabile: all’interno vi è solo una scala a chiocciola a metà della quale vi è una piccola stanzetta che forse veniva usata dalle sentinelle per riposarsi tra un turno di guardia e l’altro. Sulla parete esterna figura lo stemma di Bizzozero, con i due cigni e, appunto, la riproduzione della torre.
Ora la proprietà della torre è passata alla famiglia Aitis-Muraca.

s.bartolini

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