Ance lancia il patto del mattone. Serietà e consulenza: si può fare

Mondo aziende - Gli edili pronti a far squadra con le compagnie assicurative: «Benefici per tutti»

Mano tesa dell’Associazione nazionale costruttori edili alle compagnie d’assicurazione. Il direttore generale dell’Ance di Varese lancia, infatti, la proposta di un patto che potrebbe andare incontro alle esigenze di entrambi ed essere d’aiuto all’economia della provincia di Varese e al rilancio di un settore che ha bisogno di coperture assicurative particolari, variabili di cantiere in cantiere, non fosse altro che per l’ubicazione del luogo di lavoro che non è mai lo stesso. «Il settore ha necessità

di attività consulenziali che mancano sul mercato. Soltanto i broker colmano, in parte, questo vuoto, ma si potrebbe fare di più», sostiene Franzosi. «Spesso succede che ci siano scoperture o polizze ridondanti che coprono gli stessi rischi, mentre altri ne restano esclusi». Il presidente Ance lamenta, insomma, una copertura troppo frammentaria. «Si valutano le esigenze del momento e non i rischi complessivi sull’attività d’impresa, mentre le imprese edili avrebbero bisogno proprio di questo, di una valutazione complessiva dei loro bisogni sulla base di quello che possono offrire le compagnie». In altre parole ancora: «L’assicuratore faccia da guida per i rischi da valutare e gli strumenti a disposizione per coprire questi rischi». Il mondo delle costruzioni è complesso, «servono valutazioni puntuali», aggiunge il presidente Ance, caso per caso, cantiere per cantiere. E poi esiste anche il problema di costruttori che non hanno rispettato il patto con il cliente e hanno eseguito opere non a regola d’arte. Juri Franzosi cita il problema senza girargli intorno, riconoscendolo apertamente: «È un problema che esiste, devo dire fuori dal sistema Ance, ma che va affrontato». La postuma decennale, d’obbligo per le nuove costruzioni in capo al costruttore edile responsabile nei confronti dell’acquirente per vizi di costruzione per dieci anni dalla realizzazione dell’opera, non è una garanzia obbligatoria, invece, per lavori di ristrutturazione. Ance rilancia dichiarando una «volontà di cambiamento» che trova già disponibili i costruttori edili. «Ance avrebbe una funzione di parte attiva e farebbe da garante nel patto che proponiamo di stringere con le compagnie d’assicurazione», spiega Franzosi. Le imprese edili dovranno dimostrare determinati requisiti di serietà e laboriosità, di cui Ance si farebbe garante, mentre le assicurazioni metterebbero sul piatto una «maggiore disponibilità all’attività di consulenza vera, con la valutazione dei rischi di management da una parte e crediti al settore dall’altra». Una strada possibile? Si starà a vedere, intanto il presidente Franzosi lancia il sasso. «La disponibilità degli edili a fare squadra c’è». Edili, ma non solo. Sono numerose le piccole e medie imprese di vario genere, soprattutto artigiane e sotto i 15 dipendenti, che chiedono di stipulare polizze assicurative. «Chiedono, ma spesso hanno difficoltà a pagare di questi tempi», registra da Unipol Sai l’agente di Varese .

Non a caso proprio la Unipol ha messo in circolo la possibilità di finanziare fino a cinquemila euro le pmi con un dilazionamento a tasso zero. Dal privato alla partita Iva, si cercano e si muovono soluzioni per coprire le esigenze delle imprese. La concorrenza è alle stelle tra compagnie che cercano in ogni modo di abbassare i prezzi e Coppola si domanda «fino a quando il mercato potrà reggere» e non si rischi di avere assicurazioni che potrebbero non essere più in grado di pagare. Meglio fermarsi prima. Il cammino non è concluso per un incontro a metà strada tra chi fa impresa e chi la deve assicurare da ogni rischio, vario ed eventuale.