Oviesse: dicembre caldo Niente retrofront da ADL

Dopo lo sciopero proclamato sabato scorso, si preannuncia un percorso di lotta sindacale

Oviesse, il sindacato di base Adl regala un dicembre «caldo di lotte sindacali». Non una minaccia, ma un impegno, quello dell’Associazione difesa lavoratrici lavoratori di Varese (Adl) che, dopo lo sciopero proclamato sabato scorso, nei punti vendita di Varese, Gallarate, Gavirate e Rescaldina annuncia l’inizio di un percorso di lotta sindacale.

Un percorso «per un’organizzazione del lavoro che non carichi in maniera assurda le lavoratrici», sintetizza Carmelo Fotia, il rappresentante Adl che sta seguendo le dipendenti Ovs.«Accanto alle colleghe in lotta si stanno avvicinando le dipendenti di altri punti vendita che protestano per le stesse problematiche lavorative».
Carichi di lavoro pesanti e ritmi quasi insostenibili a causa della carenza di personale e di una scarsa organizzazione del lavoro: questi i punti denunciati dal sindacato ai quali l’azienda non sembra voler dare risposte.
«Ovs, da un lato, promuove la propria immagine facendo beneficenza e sostenendo enti no profit, dall’altro continua a dimostrarsi insensibile alle problematiche delle proprie dipendenti», lamenta Fotia.

«L’unico vero interesse è quello del fatturato. Sono sordi alle richieste di aiuto delle lavoratrici che denunciano invano il terrorismo psicologico del loro capo zona, giunto ormai a perpetrare atti di persecuzione verso alcune dipendenti la cui unica colpa è quella di rivendicare la propria dignità lavorativa».
Si tratti della richiesta di una pausa pranzo corta, così da non dover restare fuori casa dodici o tredici ora a fronte di otto di lavoro; della richiesta di un part time per poter accudire al figlio nato prematuro o del bisogno di conoscere in anticipo i turni e i riposi dal lavoro così da poter programmare la propria vita privata, da parte dell’azienda manca una volontà di ascolto e di dialogo. Contattata, Oviesse si limita a dichiarare: «No comment».

Lo sciopero di settimana scorsa, annota Adl, «ha avuto una forte adesione da parte delle lavoratrici di Gallarate, Gavirate e Rescaldina; a Varese la partecipazione è stata del 30%». Ovs si è messa al riparo sostituendo il personale in sciopero con altro personale, anche di livello superiore, trasferito da filiali di altre province.
«Deve essere un “vizio” di Ovs dato che anche per la visita ispettiva a Varese del direttore generale e del direttore vendite della sede centrale di Mestre, sono state spostate persone in modo da far trovare tutto perfettamente in ordine secondo gli standard qualitativi richiesti nonostante la cronica carenza di personale», registra Fotia.
In ogni caso, il sindacato di base rinnova l’invito all’azienda a «dare segnali concreti circa la volontà di trovare soluzione alle problematiche».