«Il gay pride? È una carnevalata. A Busto mai, finché sarò sindaco»

La polemica. Perentorio il sindaco Antonelli. Il Pd: «Dovrebbe garantiti i diritti di tutti»

«Gay Pride? A Busto mai, finché sono sindaco io». Il primo cittadino chiude così la polemica nata in seguito alla concessione del patrocinio di Palazzo Gilardoni alla conferenza-spettacolo tenuta martedì sera a Borsano dall’avvocato anti-gender e dal cantante, contestata dall’Arcigay di Varese con la promessa di «organizzare iniziative anche a Busto Arsizio in occasione del Varese Pride 2017».

Ma di sfilate del “Gay Pride” a Busto Arsizio, il sindaco non vuole nemmeno sentirne parlare: «Sono disposto a discutere su tutto, e personalmente non mi tiro indietro nemmeno quando si tratta di celebrare matrimoni tra gay, perché rispetto una legge dello Stato – spiega Emanuele Antonelli – ma di Gay Pride a Busto Arsizio non se ne parla, non lo permetterò mai, perché ritengo che sia soltanto una “carnevalata”, quindi potrebbero chiedere l’autorizzazione per farlo solo il giorno di Carnevale. E siccome quella giornata è dedicata principalmente ai bambini, non lo permetterei nemmeno a Carnevale. Questo finché sono i sindaco io, poi quando vinceranno loro le elezioni, faranno quello che riterranno più opportuno».

Una presa di posizione netta, quella di Antonelli, che però non chiude le porte all’idea di ospitare, e magari anche di patrocinare, iniziative informative analoghe, ma di senso opposto, a quella di Amato e Povia a Borsano: «In quel caso, quando dovesse arrivarci una richiesta di patrocinio, decideremo io e i miei assessori come comportarci, senza che nessuno ci possa imporre nulla – chiarisce Antonelli – se qualcuno pensa di imporci cosa fare e quali eventi patrocinare, stia tranquillo che farò esattamente il contrario, perché mi conosco e sono fatto così».

La polemica dell’Arcigay continua a tenere banco in città. Il consigliere del Pd fa riferimento alla Costituzione italiana per difendere il diritto di un eventuale Gay Pride a Busto: «Da amministratori, bisogna garantire a tutti, tutti, la possibilità di esprimere il proprio pensiero. Che sia Povia o che sia l’Arcigay. Che sia un incontro chiuso in un teatro o un gaypride per le strade cittadine. Finché è tutelata la sanità e la sicurezza, tutti devono poter esprimere il proprio pensiero. Chi vuole impedire eventi futuri in città, di qualsiasi tipo essi siano, sta andando contro la Costituzione».

Intanto, all’indignazione del presidente di Arcigay Varese per il patrocinio del Comune all’evento di Borsano replica il consigliere di Busto Grande , invitandolo a «proporre uno o più appuntamenti dove far sentire anche la vostra campana. Di sicuro troverai l’appoggio di alcuni consiglieri di minoranza che già si sono espressi a vostro favore, ma non mancherà nemmeno il mio, se l’intenzione sarà quella del confronto».