«Riccardo torni subito a casa. Ne va della sua incolumità»

L’appello del sindaco di Cassano Magnago Poliseno, preoccupato per le sorti del suo concittadino

Cassano Magnago è una comunità preoccupata per la situazione di , il giovane cassanese picchiato a San Pietroburgo dai familiari della sua fidanzata, la russa , contrari alle loro nozze in programma originariamente a febbraio.

Anche il sindaco di Cassano Magnago, , sta seguendo con apprensione la faccenda. Il primo cittadino ha invitato Reghenzani a usare il massimo della cautela, ma soprattutto, come hanno già ribadito anche le autorità consolari, il suo auspicio è che il giovane faccia rientro in Italia al più presto.

Sono tutti preoccupati per la sua sicurezza, a partire dal primo cittadino: «C’è una preoccupazione nei suoi confronti – esordisce Poliseno – l’auspicio è che possa tornare indietro al più presto. Capisco benissimo che una cosa del genere potrebbe voler dire non poter più incontrare la ragazza che ama, ma c’è poi un aspetto di tutela personale che è prioritario. Non sappiamo chi sono queste persone e non sappiamo cosa sono disposti a fare e quindi io continuerò

a ribadire che deve tornare a casa al più presto».
La riflessione del sindaco è condivisibile: «La parte legata al cuore – ha sottolineato il primo cittadino – gli dice di stare lì e lo capisco ma poi c’è una parte di razionalità che invece mi fa ripetere che deve tornare a casa, perchè qui è al sicuro. Una situazione critica. Il fatto che non siano sposati, che non ci siano legami, mette la storia in una situazione di profonda fragilità».

«Purtroppo ci sono tantissimi problemi in un mondo che non è lontano da noi – continua il primo cittadino di Cassano Magnago – succedono queste cose e noi dobbiamo tenerne conto. Non nascondo una certa preoccupazione per la sua incolumità. C’è dispiacere per la storia sentimentale, ma sono preoccupato per quello che potrebbe capitargli. I canali istituzionali quanto possono fare? Il rischio è che potrebbe accadere qualcosa di ancora più spiacevole: gli dico di muoversi con cautela estrema, con avvedutezza. In questo momento deve tornare assolutamente a casa».

Reghenzani sta vivendo un vero e proprio incubo, da quando i familiari della ragazza lo hanno aggredito, strappandogli dalle braccia la futura consorte.

Prima le botte, poi il rapimento dell’amata, rinchiusa in una macchina, infine le manette da parte della polizia russa che lo avrebbe colpito più volte, umiliandolo e deridendolo, dopo averlo gettato in uno stanzino.

Scene da film, terribilmente vere, come ha raccontato la stessa vittima che attraverso il Consolato in Russia sta cercando di trovare una soluzione.

Ma in Italia chi gli vuol bene è preoccupato e chiede che faccia rientro in patria per evitare che possano innescarsi conseguenze ancora più pesanti.