Crolla il mito della casa Addio guadagni, ci si perde

VARESE Per le abitazioni, prime e seconde case, ancora non ci sono calcoli precisi in merito all’applicazione dell’Imu.
E siamo indietro anche rispetto ai paesi europei, dove si fanno diverse valutazioni degli immobili con relative tassazioni. Sono proprietari di casa l’80% dei residenti in Italia, in Svizzera e Francia, invece, il 50%.
Varese è di poco sotto il trend nazionale, con il 70% dei proprietari di case nelle zone periferiche rispetto al centro città.Non

è una novità che la casa non sia più un bene rifugio ma, con l’Imu, costi e rischi sono alti. E ciò che manca sono una riforma catastale e un nuovo strumento di tassazione: «La sommarietà dei criteri di calcolo dell’Imu – afferma il presidente di Confedilizia Varese, Vincenzo Brianza – è dovuta al fatto che non c’è una fotografia attendibile del patrimonio immobiliare».
Tutte le rendite catastali vanno moltiplicate per 1,6 (il moltiplicatore per cui si arriva al 60% in più): «È una rivalutazione indiscriminata tra immobili di diverso valore. Un imprenditore mette in preventivo dei costi aggiuntivi, ma un pensionato deve preservare il suo immobile almeno senza andarci a perdere».
«La rendita catastale deve essere fatta sul rendimento dell’immobile non sul valore – prosegue – È un bene dinamico anche se si chiama immobile: mette in movimento costi, spese per manutenzione, e ha valore sociale perché viene dato in affitto». Insomma non è il lingotto che ci mettiamo in cassaforte e ci costa anche caro. Ma le considerazioni sulle seconde case sono le più svariate.
«Non sempre è quella al mare o in montagna – prosegue Brianza – Potrebbe essere anche quella del pensionato che risiede in una casa di cura».
Dalla cancellazione dell’Ici all’Imu: «Sarà una stangata che non ha precedenti – dice il segretario di Confedilizia Varese, Mario Bassani – Inoltre, in un momento in cui il Governo spinge alla flessibilità e alla mobilità del lavoro, ci ritroviamo ad essere proprietari della casa che abitiamo e che per mentalità e convenienza non lasciamo».
L’acquisto di una casa era l’obiettivo di ogni famiglia, le proprietà potevano rendere dal 2% al 3% netti: «Oggi rappresentano un deficit. La rendita catastale è aggiornata al 60%, è probabile che l’Imu sarà di due o tre volte superiore alla vecchia Ici, in alcuni casi i costi potrebbero decuplicare, in base alla prima casa, per la quale prima l’Ici non si pagava. In Francia non conta se è prima o seconda casa, in Italia esiste una sperequazione di fondo sul valore delle unità immobiliari, e poi si valutano i vani, gli altri Paesi invece considerano il perimetro».
Manca una riforma catastale per arrivare a definire l’unità immobiliare tipo, così da prospettare una diversa calcolazione, ma sarebbero necessari quattro o cinque anni per poter censire e ricatalogare tutti gli immobili in Italia.
Ma adesso c’è l’Imu: Monti qualche giorno fa ha detto che eliminare l’Ici è stato un grosso errore, «A livello psicologico sì – dice Bassani – Almeno prima si era abituati a pagare, adesso si passa da zero a tutto, sarà una stangata».

s.bartolini

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