Arriva “La scommessa”. L’inedito di Piero Chiara

Il testo del racconto è stato recitato al Caffè Zamberletti dall’attrice varesina Sarah Maestri

“La scommessa” è un malizioso racconto di Piero Chiara che risale al marzo 1960, che è rimasto inedito fino a oggi, quando – nell’ambito del Festival Del Racconto – Federico Roncoroni ha pensato fosse il momento di presentarlo al pubblico. «Piero Chiara mi ha lasciato la consegna di occuparmi delle sue cose, mi disse di tener desta l’attenzione dei lettori distillando nel tempo i materiali che mi ha lasciato» spiega Roncoroni. Si tratta di una storia venata di comicità che Piero Chiara raccontava a voce, stando seduto a cavalcioni su una sedia come il protagonista del racconto, che si chiama Giovanni ed è un manovale disoccupato.

Il testo dell’inedito – la cui pubblicazione è stata sostenuta dall’associazione Amici di Piero Chiara per il trentennale della morte – è stato recitato al Caffè Zamberletti dall’attrice Sarah Maestri, davanti a un numeroso pubblico. L’inedito non fu intitolato “La scommessa”, ma provvisoriamente con “Il Boccaccino”. «Questo perché – come ha sottolineato Roncoroni – Chiara aveva in mente di scrivere racconti boccacceschi, considerava Boccaccio il padre dei narratori». La narrazione è interessante dal punto e nello stesso tempo esilarante. Piero Chiara, attraverso illusioni e metafore, senza volgarità, riesce a rendere esplicite alcune scene comico-grottesche, ricche di riferimenti sessuali ed erotici. Nello stesso tempo, crea un climax che corre verso un finale a sorpresa in un crescendo di non detti, di allusioni, slittamenti temporali, fino a formare un piccolo capolavoro.

Oggi è una giornata densa di appuntamenti per il Festival del Racconto. Alle 16, nel Salone Estense di via Sacco, ci sarà la premiazione Gialli sui laghi. Alle 17, nella sala Triacca di via Volta 25 ad Azzate, la presentazione degli inediti 2016. Alle 21, nella biblioteca Frera di via Zara 37, a Tradate, Lettere in Rosa, un incontro in cui alcune scrittrice racconteranno come non si possa scrivere niente di proprio se prima non si riscrivono i libri degli altri, leggendoli.