Scambio di accuse dopo le coltellate. Il mistero di Orino è sempre più fitto

L’aggressione - Moscatelli resta in carcere. La sua versione e quella del ferito contrastano

– Resta in carcere , 40 anni, imprenditore e presidente della Pro Loco di Orino, arrestato lunedì sera con l’accusa di tentato omicidio. Moscatelli è comparso ieri davanti al gip di Varese, assistito dai legali e . Il quarantenne è stato arrestato dopo la violenta lite scoppiata lunedì con il socio in affari, 32 anni di Gavirate, terminata con l’accoltellamento di quest’ultimo da parte di Moscatelli che lo ha colpito al collo con un taglierino. Moscatelli ieri ha dato la sua versione dell’accaduto. Una versione coerente con quello che ha già dichiarato ai carabinieri subito dopo il fatto.

Il socio si sarebbe presentato furioso nella sede della ditta sopra la quale Moscatelli abita. A scatenare la sua ira sarebbero state questioni economiche e d’affari. Moscatelli avrebbe cercato di calmarlo, ma questo l’avrebbe colpito con un cacciavite ad una gamba e il quarantenne, per difendersi, trovato il taglierino lo ha colpito al collo. Resosi conto della gravità dell’accaduto ha poi portato all’ospedale di Cittiglio il socio che, per ragioni non chiarite, è saltato giù

dall’auto poco prima di arrivare in pronto soccorso mentre Moscatelli, con la fidanzata, ha chiamato il 118. Il socio, e di questo a Moscatelli è stato chiesto conto, dà una versione completamente diversa dell’accaduto. Sì, alla base del litigio c’erano questioni economiche e societarie, ma sarebbe stato Moscatelli ad aggredirlo puntandogli un coltello alla gola. Il socio è assistito dall’avvocato che precisa: «Il mio assistito aveva ferite da difesa sulle mani, che dimostrano come si sia riparato durante l’aggressione» ha aggiunto anche che Moscatelli avrebbe più volte sbagliato la strada per l’ospedale per perdere tempo e che poi, convinto che il socio avrebbe raccontato l’accaduto invece di tacere, lo avrebbe accoltellato anche mentre si trovavano in auto. Tanto che il trentaduenne sarebbe scappato dall’auto pensando che Moscatelli l’avrebbe ucciso e venendo soccorso da un passante. Moscatelli, al quale il gip ha chiesto conto delle dichiarazioni pesantemente accusatorie, ha negato tutto. Ha insomma completamente rigettato la versione del trentaduenne ammettendo di averlo colpito ma per difendersi e di averlo poi soccorso portandolo in ospedale. Il gip, per ora, ha accolto la richiesta del pubblico ministero tenendo in carcere Moscatelli e rigettando la richiesta di custodia cautelare ai domiciliari avanzata dai difensori. A questo punto, per svelare il giallo, serviranno accertamenti sulle armi utilizzate durante la colluttazione, ovvero il cacciavite sporco in teoria del sangue di Moscatelli e il taglierino usato da quest’ultimo per colpire il socio, entrambi ritrovati dai carabinieri, accertamenti sulla vettura utilizzata per trasportare il ferito a Cittiglio e sui tabulati telefonici. Dovranno inoltre essere ascoltati anche gli altri soci che facevano parte dell’attività condivisa da aggredito e aggressore per accertare con esattezza la situazione e appurare il motivo che, a quanto pare, da almeno una decina di giorni era diventato motivo di litigi da parte dei due soci e a questo punto ex amici.