Tragedia di Angera: un mazzo di fiori prima dell’addio

L'uomo, Giuseppe Rizzotti, aveva portato fiori e una lettera di ringraziamento per il personale sanitario. Poi i due colpi di pistola, uno per la moglie e uno per se stesso. Il gesto estremo sconvolge la comunità.

ANGERA Una tragedia sconvolgente si è consumata nella tarda mattinata di lunedì all’ospedale Ondoli di Angera, dove un uomo di 79 anni, Giuseppe Rizzotti, ha ucciso la moglie Anna Adele Castoldi con un colpo di pistola prima di togliersi la vita nella stanza del reparto Subacuti dove la donna era ricoverata da alcune settimane.

Il pensionato, residente a Cuasso al Monte, si era presentato come in tante altre occasioni: con un mazzo di fiori freschi e una busta di ringraziamenti destinata al personale sanitario, poiché la moglie sarebbe dovuta essere dimessa a breve. Nessun comportamento strano, nessun segnale premonitore, raccontano gli operatori sanitari che lo conoscevano.

Ma quell’apparente normalità nascondeva un’intenzione drammatica. Nei pantaloni, Rizzotti aveva nascosto una pistola non dichiarata, con la quale ha compiuto il gesto estremo nella camera singola al secondo piano. I rumori dei colpi sono stati inizialmente scambiati per oggetti caduti, finché la terribile verità è emersa.

I carabinieri del Nucleo Investigativo sono intervenuti per i rilievi sul posto. Al momento non ci sono elementi certi sul movente, ma l’ipotesi prevalente è quella di uno sconforto profondo legato alla condizione della moglie e al peso psicologico accumulato. Una realtà che, secondo gli inquirenti, «supera sempre l’immaginazione».

Nella loro casa a Cuasso al Monte vivevano anche i figli, che seguivano da vicino le condizioni di salute della madre. Nessuno, però, aveva percepito segnali d’allarme. La Procura ha disposto accertamenti nell’abitazione di famiglia, nel tentativo di fare luce su un gesto inspiegabile che ha lasciato sgomenta un’intera comunità.