Spari, Daspo e arresti: estate rovente per il rapper Néza

Anes Mihoued, in arte Néza, è tra i destinatari del Daspo “fuori contesto” per i colpi di pistola esplosi fuori dal Ritual Club di Castellanza: due anni di stop da eventi sportivi per lui e un amico, mentre i carabinieri ricostruiscono ancora il ruolo di ciascuno nel caos del 31 maggio; nel frattempo, il ventunenne è stato arrestato a Sesto San Giovanni per resistenza aggravata e coinvolto in un caso a gennaio con una pistola clandestina trovata nel veicolo della sua scorta.

Non gli è stato ancora notificato nulla, ma il suo nome figura tra i destinatari del provvedimento amministrativo: Néza, pseudonimo del ventunenne Anes Mihoued, è uno dei due ragazzi colpiti dal Daspo urbano per la sparatoria avvenuta la notte del 31 maggio all’esterno del Ritual Club di Castellanza, dove furono esplosi alcuni colpi di pistola contro i buttafuori.

La misura, che vieta ai soggetti coinvolti la partecipazione a eventi sportivi per due anni, colpisce anche un altro giovane, coetaneo di Cerro Maggiore. Resta però aperta una questione: quanto sia realmente dissuasivo impedire l’accesso agli stadi a chi circola armato e non esita a fare fuoco è un interrogativo che coinvolge direttamente le scelte del legislatore, autore nel 2019 della norma sul cosiddetto “Daspo fuori contesto”.

Nel frattempo, mentre i carabinieri di Castellanza stanno ancora cercando di chiarire i contorni della sparatoria e le responsabilità dei singoli, la Questura di Varese ha agito con rapidità sul fronte amministrativo. «A oggi, non ci è stato notificato nulla», ha dichiarato l’avvocata Milena Ruffini, legale del rapper.

Per Néza non sono settimane semplici. Solo dieci giorni fa è finito in manette a Sesto San Giovanni, in occasione del concerto dell’amico Baby Gang al Carroponte. L’artista era arrivato in Ferrari, forzando il blocco veicolare e innescando tensioni con la sicurezza. Alcuni fan intervennero per permettergli di oltrepassare le transenne, ma la situazione degenerò fino a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. L’accusa per il rapper fu di resistenza aggravata a pubblico ufficiale. In seguito al processo per direttissima a Monza, Néza ha patteggiato un anno con sospensione condizionale della pena e immediata scarcerazione.

L’artista era già stato sfiorato da vicende giudiziarie a gennaio: la polizia stradale aveva arrestato la sua guardia del corpo su una Mercedes S350d con targa svizzera, a bordo della quale si trovavano anche Néza e tre amici. Addosso al bodyguard, nel portaoggetti dietro la schiena, fu trovata una pistola Beretta 7,65 con matricola abrasa, caricata con otto proiettili, uno dei quali già in canna.

Una sequenza di episodi che, tra armi clandestine, provvedimenti restrittivi e processi, mette in ombra la carriera musicale del giovane trapper castellanzese.