Amianto sul tetto della scuola Presentato esposto in procura

VARESE I professori e i lavoratori non docenti del Newton hanno deciso di passare alle “maniere forti”: «Dopo un mese di continue richieste di piani di lavoro e documenti di valutazione del rischio non abbiamo ricevuto ancora niente – racconta il professor Salvatore Vacante, insegnante al Newton e responsabile provinciale della Onlus “Osservatorio Nazionale Amianto” – e abbiamo quindi deciso di presentare un esposto sia all’ufficio servizio igiene e sicurezza sul lavoro dell’Asl, sia alla procura della Repubblica di Varese. La nostra salute deve essere tutelata, perché con l’amianto non si scherza». Durante un collegio docenti all’inizio di maggio venne annunciato l’inizio dei lavori di bonifica del tetto d’amianto del Newton.

Un progetto all’avanguardia: le lastre d’amianto sarebbero state tolte per far spazio ai pannelli fotovoltaici, che avrebbero reso la scuola energeticamente indipendente. Ma i lavori di bonifica avrebbero dovuto iniziare a metà maggio, quando tutti i 1800 studenti e i 250 lavoratori sono all’interno dell’istituto. «Siamo riusciti a far spostare i lavori alla fine dell’anno scolastico – racconta Lucio Oggioni, un altro professore – ma se non cambiano le cose, a metà giugno partiranno i lavori senza che il nostro responsabile per la sicurezza dei lavoratori abbia visto nessuna valutazione dei rischi».

E a metà giugno la scuola è ancora popolata per gli esami di maturità. «Il dirigente scolastico, il professor Carcano, ha assicurato che maturandi e professori staranno negli edifici della scuola non interessati dai lavori – proseguono i professori – ma stiamo parlando di fabbricati a pochi metri gli uni dagli altri. Non era proprio disponibile, ad esempio, una scuola elementare da un’altra parte della città?». Il ritardo nella produzione dei documenti da parte del dirigente scolastico e del suo responsabile della sicurezza ha spinto i lavoratori docenti e non del Newton a produrre un esposto alla Asl e alla Procura in cui chiedono agli enti di verificare le condizioni di lavoro.

«Perché – dicono i professori – ne va non solo della nostra salute, ma anche di quella degli altri varesini che vivono e lavorano vicino alla nostra scuola: le polveri di amianto, una volta inalate, possono rivelare la loro maligna presenza anche dopo decenni. Soprattutto nei più giovani».

Chiara Frangi

e.marletta

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