Milano, sequestrati 86 milioni a Ups per una frode sui lavoratori.

Secondo gli inquirenti, grazie ad una serie di appalti fittizi, venivano assunti lavoratori di società terze per non versare Iva e contributi. La Procura di Milano ipotizza una frode fiscale da 480 milioni di euro (Foto d'archivio)

MILANO – Una maxi frode fiscale in società attive nel settore della logistica, è al centro dell’inchiesta della procura di Milano. Anche in questo caso la frode viene attuata sui lavoratori e sui meccanismi p0er5 evitare il pagamento di Iva e contributi. Al centro dell’inchiesta, Ups Italia a carico della quale è ipotizzata la somministrazione illecita di manodopera. La Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 86 milioni di euro, con perquisizioni e avvisi di garanzia tra Milano, Como, Roma e Reggio Emilia. Indagati sarebbero gli amministratori legali che si sono succeduti dal 2017 al 2022 alla guida della società italiana del gruppo.

Secondo quanto emerso dalla indagini della Guardia di finanza, la società avrebbe stipulato contratti di appalto fittizi per assumere lavoratori attraverso altre ditte che fanno da filtro e che a loro volta si appoggiano ad altre cooperative. Il meccanismo permette di non versare i contributi e in alcuni casi, anche di evadere quote di Iva. L’ammontare dei guadagni sarebbe di circa 480 milioni di euro, di cui 86 di Iva non pagata. La procura ha chiesto anche che per un anno Ups abbia il divieto di pubblicizzare i suoi prodotti o servizi.