Siria, parla la famiglia «Non sarà un rapimento lampo»

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo: filo diretto tra Brembate e Gavirate. È ancora una volta Salvatore Marzullo, padre di Vanessa, la giovane cooperante di 21 anni rapita il primo agosto con la coetanea e collega Greta, a rivelare questo piccolo dettaglio raccontando le sue ore d’angoscia.

Ore che condivide con la famiglia Ramelli. «Tutti noi siamo in costante contatto con la Farnesina», spiegando poi che ci sono stati contatti telefonici tra le due madri delle ragazze. «Conversazioni da mamme», si è limitato a dire Marzullo.

Mentre non si placa la,polemica in merito al post che l’assessore all’Ambiente di Varese ha pubblicato sabato scorso sul suo profilo Facebbok. Clerici aveva definito Greta e Vanessa due sprovvedute «andate in Siria per farsi i selfie», interrogandosi su chi dovrebbe pagare l’eventuale riscatto «forse i loro sprovveduti genitori», aveva scritto Clerici.

«Sono partite come i vecchi pellegrini di una volta, con la bisaccia e la cintura, convinte così di poter aiutare ed alleviare le sofferenze di quei popoli. Il problema è che l’organizzazione con cui hanno deciso di operare non aveva la necessaria copertura. Detto questo, chiedo a tutti di avere rispetto e di non dare giudizi. La situazione è delicata e ora la priorità è riportarle a casa», ha detto all’Huffington post , senatore del Nuovo centrodestra e vicepresidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza), che sta seguendo la vicenda direttamente.

Sul caso Clerici, Esposito ha aggiunto «Che in questi casi è meglio tacere e non dare giudizi. È molto più saggio, soprattutto per chi ha incarichi pubblici, astenersi da giudizi. Quelle ragazze non sono in cerca di selfie ma volevano veramente dare aiuto a popolazioni che soffrono. Il loro unico errore è che si sono improvvisate operatrici umanitarie. Un errore grave, ma un errore, non certo una colpa. E non è in discussione il fatto che il governo italiano faccia ogni passo per riportarle a casa».

Esposito ha aggiunto che inizialmente si sperava in un rapimento lampo o in una momentanea perdita di tracce. «La speranza – ammette – di risolvere tutto nel breve periodo è tramontata, purtroppo. Ora i tempi sono dilatati».

Esposito parla di situazione complessa e di numerosi canali aperti. Il punto però è la difficoltà, vista la complessa situazione geopolitica siriana, ad individuare il giusto interlocutore.

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