Un italiano in tre giorni insieme a Ejim

Varese spera ancora nei nazionali di livello. Senza di loro saranno d’obbligo i sette stranieri. A Orlando tanti nomi sul taccuino dello staff

Il decalogo è uno solo: prima gli italiani, poi gli europei e infine gli americani. Sarà questo – in linea di massima e tenendo conto delle sorprese che il mercato può sempre riservare, sotto forma di opportunità da prendere al volo e che giustificano un cambiamento di strategia – il modus operandi della Pallacanestro Varese nella costruzione della squadra che verrà.

Dopo l’arrivo di Giancarlo Ferrero, ala classe 1986 da Trapani destinata a costituire il cambio nello spot di “3”, il market dei giocatori di casa nostra verrà esplorato ancora dalla società biancorossa alla ricerca di una residua possibilità di percorrere la strada del 5+5, peraltro impervia se non impossibile allo stato attuale.
La novità sta in una sorta di deadline fissata per le prossime 48/72 ore: se entro questo termine uno dei pochi nazionali di rango ancora disponibili non verrà

messo nella rete, la virata sulla formula che prevede 3 stranieri, 4 comunitari e 5 italiani sarà davvero realtà. Letta al contrario, potrebbe anche significare che un colpo tricolore avrebbe la possibilità di essere segnato a breve, qualunque sia la soluzione adottata (da tenere d’occhio il comparto pistoiese, ben conosciuto da Moretti, con Filloy e Amoroso in evidenza).
Nel frattempo gli uomini mercato della Pallacanestro Varese, Arrigoni e coach Moretti, perseverano nella loro permanenza a Orlando, passando ore ed ore sotto l’aria condizionata delle palestre a guardare una partita dopo l’altra.
Quello in essere nella città della Florida è un evento meno caotico rispetto a quello che attenderà il duo a Las Vegas fra qualche giorno, e sta risultando prolifico, perché permette di valutare attentamente (e più volte) sia gli atleti più o meno sconosciuti, sia quelli già sul taccuino della coppia varesina.

Tra questi c’è sicuramente Talib Zanna, centro nigeriano di 206 centimetri che ha frequentato l’università di Pittsburgh: uscito nel 2014 e mai scelto dalla Nba, ha trascorso l’ultima stagione nella lega di sviluppo, giocando per gli Oklahoma City Blue. Si tratta di un pivot mobile e atletico, ma molto acerbo.
Sul taccuino di Bruno Arrigoni potrebbero esserci anche Melvin Ejim e Taylor Braun. Il primo è un’ala di 201 centimetri che ha passato l’ultima stagione nelle file della Virtus Roma (7,7 punti di media e 6,3 rimbalzi con il 50,9% da due il suo fatturato capitolino). Il cestista canadese con cittadinanza nigeriana si sta mettendo in luce a Orlando ed è un altro di quei cotonou potenzialmente vagliabili per i quattro posti destinati ai comunitari. Il secondo è un’ala piccola di due metri che ha militato nelle file dell’Okapi Aalstar, in Belgio.
Il vero discrimine di tutti coloro che verranno visionati tra la Florida e il Nevada è uno, al di là delle pretese economiche: le loro aspirazioni a giocarsi una carta fra i pro statunitensi in alternativa alla possibile apertura di una carriera europea.

Gli incastri del budget, invece, dovrebbero essere decisivi per aspirare a due altri nomi circolati negli ultimi giorni, quelli di Okaro White e soprattutto di Adrian Banks.
L’ex Granarolo Bologna – anche lui in campo a Orlando – potrebbe essere tentato da un’offerta varesina più alta rispetto a quella virtussina, ed è conosciuto e apprezzato dallo stesso Arrigoni. Il secondo sarebbe il sogno di tanti tifosi biancorossi, assai felici di riabbracciare per la terza volta la guardia già transitata a Varese nel 2012/13 e nel 2014. Anche qui sarà il dollaro a fare la differenza: la destinazione prealpina è potenzialmente sempre gradita ad Adrian, che di sicuro piace – e molto – anche a chi dovrà cercare di prenderlo. È ancora presto per parlarne, però.