Yemen/ E’ tregua scontri a San’a, il G8 esorta Saleh a lasciare

San’a, 27 mag. (TMNews) – Nuovi sviluppi in Yemen, dove è stata dichiarata una tregua a San’a tra le forze del potente leader tribale degli Hashed e le truppe fedeli al presidente contestato Ali Abdullah Saleh. Ciò nonostante gruppi tribali hanno sferrato un attacco a un checkpoint a nord-est della capitale yemenita, durante il quale sono morti un militare e una decina di combattenti. La crisi politica che attraversa il povero paese arabo è stata affrontata anche dai leader del G8, che nel documento finale esortano Saleh a firmare l’accordo per una transizione democratica dei poteri proposto dalle Monarchie del Golfo Arabo.

Ai funerali di trenta combattenti, il leader degli Hashed Sadek al-Ahmar ha riferito che è stata dichiarata una “tregua” negli scontri a San’a e che “una mediazione è in corso”: “Se Saleh vuole una rivoluzione pacifica, noi siamo pronti, ma se lui vuole la guerra, noi combatteremo”, ha però avvertito lo sceicco che ha dato il suo appoggio alla contestazione. Gli scontri scoppiati da lunedì attorno alla residenza di al Ahmar, nel nord della capitale, hanno provocato 68 morti in tre giorni, prima di calare d’intensità ieri per poi cessare oggi.

Le esequie si sono svolte durante una manifestazione ostile al regime di Saleh intitolata “Rivoluzione pacifica” e hanno riunito una decina di migliaia di persone per la preghiera del venerdì. Dall’altra parte i sostenitori di Saleh si sono riuniti a migliaia nella piazza Saabine, dopo la preghiera, e hanno intonato cori a favore del presidente sotto lo slogan “Rispetto dell’ordine e della legge”.

Ma le violenze non sembrano finite: a circa 75 chilometri dalla capitale oggi è stato assaltato un check point della Guardia repubblicana, sulla strada tra San’a e Maarib, capoluogo dell’omonimo governatorato a est della capitale yemenita, da un clan tribale e l’esercito ha risposto con dei bombardamenti aerei. Negli scontri sono morti un militare e dodici combattenti, probabilmente appartenenti alla tribù dei Naham. Disordini anche nel sud del paese, dove tre militari e un civile sono stati uccisi in diversi attacchi attribuiti a uomini legati ad al Qaida attivi nella regione.

Intanto a Deauville, in Francia, i paesi del G8 “sempre
più preoccupati” per la crisi in Yemen, hanno chiesto a Saleh di “rispettare i suoi impegni” a favore di una transizione dei poteri democratica e di firmare l’accordo proposto dalle Monarchie del Golfo arabo: “Chiediamo con urgenza al presidente Saleh di rispettare i suoi impegni e di fare in modo che le aspirazioni legittime del popolo yemenita siano rispettate”, hanno dichiarato i capi di Stato e di governo del G8, secondo la bozza del documento finale.

Da fine gennaio lo Yemen è attraversato da un movimento di protesta popolare che chiede le dimissioni di Saleh, al potere da 33 anni. La rivolta è finora costata la vita a 250 persone, secondo un bilancio stilato da France Presse.

Cuc

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