Busto, istituto di vigilanza abusivo Lavorava anche per grossi clienti

BUSTO ARSIZIO Scoperto istituto di vigilanza privata abusivo: tra i clienti truffati anche Rai e Aler. Itaca, questo il nome della società, spendeva moltissimo in pubblicità: i servizi svolti dall’istituto venivano reclamizzati alla grande sul sito web, ma anche su Pagine Gialle ed emettenti televisive locali.

L’interesse verso le regole da seguire era invece infinitamente minore: Itaca è risultata totalmente sprovvista della necessaria autorizzazione prefettizia per svolgere la specifica attività, mentre i suoi dieci dipendenti erano agenti improvvisati, che a loro volta mai avevano ricevuto dal prefetto la qualifica di guardia particolare giurata. In sintesi l’istituto, con sede legale a Busto nell’abitazione del titolare, un uomo di 45 anni residente in città, e base operativa a Rescladina in un altro appartamento dello stesso proprietario, non era in regola su nulla.

Tanto hanno scoperto gli uomini della divisione di polizia amministrativa e sociale della questura di Varese, coordinati da Franco Novati. L’attività svolta da Itaca, proprio grazie alla réclame debordante, non poteva del resto passare inosservata. Durante gli spot pubblicitari, tra l’altro, l’istituto si proponeva come ente in possesso di ogni autorizzazione, anche ad effettuare servizi di vigilanza armati e con unità cinofile, millantando il placet del questore in persona all’utilizzo di cani addestrati.

Gli accertamenti hanno permesso agli inquirenti di scoprire la verità: appurato che il titolare non aveva alcuna autorizzazione, gli uomini della divisione Pasi hanno ottenuto i necessari decreti di perquisizione dal sostituto procuratore di Busto Raffaella Zappatini. Nelle due sedi Itaca è stato scoperto dell’altro: un’autorizzazione d’attività palesemente falsa, firmata da un fantomatico prefetto di Milano, Cagliari e Varese, la documentazione relativa a dipendenti mai autorizzati a svolgere quel tipo di lavoro, due lampeggianti blu e una paletta di segnalazione con la scritta Polizia di Stato-Associazione nazionale. Tra i documenti anche gli onerosi contratti con clienti di tutto rispetto, tra i quali Rai e Aler, che hanno pagato per servizi di vigilanza armati che Itaca non poteva fornire. Per il titolare si profila anche l’ipotesi di truffa ai danni dei committenti.

Simona Carnaghi

s.affolti

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