I fumettisti hanno un sindacato Tiziano Riverso è il loro referente

Busto Arsizio – Lo cita il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, nel libro/intervista a cura di Stefano Lepri “Il lavoro perduto” (Editori Laterza), uscito recentemente. Lo cita rispondendo a una domanda sul riuscire a fare ironia, a sorridere del proprio lavoro.

Cita il Silf, sindacato italiano lavoratori del fumetto. E cita quello che è il referente nazionale: Tiziano Riverso. Di Busto Arsizio. Che da un lato si sente «onorato» nell’essere espressamente nominato dalla Camusso. E dall’altro accetta di presentarsi in questo suo ruolo sindacale, non solo di fumettista e caricaturista. Aprendo le porte su un mondo, quello dei lavoratori del fumetto, che è parte dell’economia. E che, come tutte le professioni, attraversa un momento non certo dei più

facili.
«La nascita del Silf, nel 2000, ha visto coinvolto direttamente Sergio Cofferati, che tra l’altro ha promosso anche una mostra dedicata al fumetto italiano al Parlamento europeo, aperta a metà gennaio – spiega Riverso -. Io, del sindacato, sono referente da un anno, accanto a me c’è Vittorio Forelli per la parte organizzativa. E ogni giorno ricevo non solo richieste di iscrizioni, molte da parte di giovani fumettisti, ma anche e soprattutto di aiuto per risolvere i problemi legati al mondo del fumetto».

Che in Italia non ha un mercato così alto. «Teniamo presente – aggiunge Riverso – che la situazione risente di una crisi che è, oltre che generale, quella dell’editoria. Quello che stiamo cercando di fare come sindacato è di creare in questo senso una sinergia con altre categorie, quali gli illustratori, e coloro che lavorano nel settore della stampa, dai coloristi ai creatori dei cartoni animati. Per noi è importante riuscire a dare maggiori informazioni sul settore. E, nel tempo, a creare un tavolo di confronto tra le parti».

Con una differenza tra quello che può essere un sindacato come il Silf e uno che può invece avere una sorta di punto di riferimento fisso all’interno, per esempio, di un’azienda. «In Europa – sottolinea ancora Riverso – l’essere fumettista è riconosciuto come una professione: ma in Italia? Bisognerebbe avere un riconoscimento ufficiale come categoria professionale definita, con garanzie di diritti nelle regole del mercato». Confrontandosi, per esempio, con le situazioni a livello estero. «Questa responsabilità nel Silf – conclude Riverso – è per me interessante anche perché diventa un viaggio nelle difficoltà a livello non solo nazionale, ma anche internazionale, raffrontandosi con politiche sindacali e problematiche diverse».
S. Mag.

p.rossetti

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