Maroni a muso duro per Malpensa Lupi assicura: «Deve tornare hub»

Roberto Maroni a Roma per Malpensa, in missione per conto della Lombardia il cui consiglio regionale gli ha dato mandato di chiedere un incontro urgente al Governo sul sistema aeroportuale lombardo.

«Voglio capire se ci sono dei pericoli per Malpensa, per il nostro sistema aeroportuale e per l’indotto in termini di occupazione» dice il presidente della Lombardia. «Se ci fossero delle manovre volte a penalizzare Malpensa o addirittura a far chiudere lo scalo, sono assolutamente determinato a sventarle».

Ma dal fronte governativo, è il ministro ai Trasporti Maurizio Lupi a rasserenare il clima: «Nulla da temere. L’unico aeroporto strategico per il Nord Ovest è Malpensa». Lupi lo ha scritto nel piano nazionale degli aeroporti, nero su bianco: Linate, Orio al Serio (Bergamo) e Montichiari (Brescia) restano di interesse nazionale, ma è Malpensa e soltanto Malpensa ad assumere il ruolo di protagonista, come invece non aveva stabilito il suo predecessore Corrado Passera. Eppure nel mezzo c’è l’accordo tra Alitalia ed Etihad che remerebbe contro Malpensa e porterebbe, invece, all’utilizzo sfrenato di Linate quale ponte utile a nutrire gli aeroporti di Parigi, Amsterdam e Berlino di passeggeri da mandare poi nel resto del mondo.

Un accordo utile, dunque, ad AirFranceKlm che rafforzerebbe la propria capacità commerciale, ma anche alla stessa Etihad che già possiede il 29% di Air Berlin. Il ministro torna, però, a fare i conti in casa propria e al question time alla Camera (ieri) dice: «Un accordo tra Alitalia ed Etihad deve essere funzionale al rilancio anche del sistema aeroportuale e a recuperare fette di mercato e rilanciare l’occupazione».

E ancora: «L’accordo deve svilupparsi su queste linee e questo piano non potrà che dare benefici non soltanto a Fiumicino ma anche a tutto il sistema aeroportuale del Paese, al Nord del Paese e a Malpensa dove si inizia a ragionare non più per prendere passeggeri e portarli in altri hub ma per tornare a essere quello che siamo sempre stati».

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