Oviesse, dipendenti in sciopero «Condizioni insostenibili»

Shopping con la possibilità di non trovare personale a sufficienza per chiedere consigli o evitare code alla cassa, oggi pomeriggio, nei punti vendita Oviesse di Varese, Gallarate, Gavirate e Rescaldina.

– Il sindacato di base Adl di Varese ha infatti aperto una stagione di scioperi, mettendone in agenda da lunedì scorso a domani nelle diverse filiali OVS contro «ritmi e carichi di lavoro insopportabili», denunciano dal sindacato.
Dalle 12.30 alle 21.30 sarà allora possibile che i negozi della nota catena di abbigliamento si ritrovino sguarniti di personale. Non che sia una novità: l’Associazione delle lavoratrici e dei lavoratori, sigla Adl, lamenta infatti la carenza di personale costante.

Ma oggi sarà l’adesione allo sciopero a lasciare semmai scoperti i reparti.
«I carichi di lavoro insopportabili nei punti vendita di Varese, Gallarate, Gavirate e Rescaldina derivano da personale in numero non sufficiente che Ovs mette in campo nella sua organizzazione del lavoro – dichiara Carmelo Fotia (Adl) – Noi rivendichiamo semplicemente un’attività lavorativa che non mini la salute, la dignità e la vita privati dei dipendenti, in questo caso soprattutto donne che devono pure conciliare la famiglia con il lavoro».

Impossibile, ad esempio, programmare le domeniche di lavoro e i riposi settimanali, «comunicati soltanto all’ultimo momento». In questo modo «Ovs disattende al contratto integrativo aziendale siglato il 30 aprile del 2013 con le organizzazioni sindacali firmatarie». Nelle filiali in cui vige l’orario continuato è d’obbligo l’orario spezzato per le lavoratrici full time, e chi è fuori sede si vede costretta a essere impegnata per 12-13 ore al giorno a fronte delle 8 effettive di lavoro: «Perché non consentire loro un orario di lavoro senza la pausa lunga a cui sono invece obbligate? – domanda il sindacalista – All’aumento delle vendite non è corrisposta una crescita del teamwork nei vari negozi, anzi l’organico si è impoverito a seguito di licenziamenti e pensionamenti non rimpiazzati».

Non basta fare appello alla crisi. «L’azienda chiama in causa il calo del fatturato e delle vendite. Ma nel maggio di quest’anno annunciava la quotazione in borsa, poi non avvenuta, dichiarando, invece, un aumento delle vendite del 6% e l’apertura di 35 nuovi punti vendita sugli 80 previsti per il 2014, vantando cifre positive ogni mese. Dove sta la verità: crisi o crescita?», chiede Fotia. C’è poi il clima di lavoro «pesante: le dipendenti subiscono una continua pressione psicologica da parte del direttore, che consiglia di assecondare i ritmi di lavoro richiesti, onde evitare di diventare vittime di un eventuale trasferimento di sede». Settimana scorsa, le 13 dipendenti in forza a Varese hanno lavorato al freddo per diversi giorni. E a Gavirate è aperto il caso di una lavoratrice alla quale è stato negato il part-time nonostante le serva per accudire il figlio nato prematuro. Della questione è stata informata anche la consigliera provinciale per le pari opportunità Luisa Cortese. «Non c’è mai disponibilità ad andare incontro alle necessità di conciliare lavoro e famiglia», denuncia il rappresentante sindacale.
La stagione di scioperi vuole servire a questo: «Chiediamo alla dirigenza Ovs un cambiamento radicale dell’atteggiamento aziendale verso le proprie dipendenti, che sono donne, come il 90% della clientela».