Neto Pereira «La mia anima sarà del Varese per sempre»

Simbolo vivente - Il più amato

Ci sono simboli e simboli. Ognuno ha i suoi. E noi abbiamo i nostri, che poi sono gli stessi del Varese. Gli stessi che hanno reso eterna questa squadra, questo club ai nostri occhi. Regalando dentro e fuori dal campo 106 anni di gloria e di poesia.
Perché poesia e simboli sono sempre stati inseparabili. Come i pirati con il rum. E noi ci sentiamo un po’ tutti corsari: i Corsari Biancorossi.
Di tutte le leggende che hanno vestito la maglia biancorossa,

per questo compleanno, non abbiamo scelto di raccontarvi la più grande (o le più grandi) di sempre. Perché di loro, purtroppo oggi rimangono solo splendidi ricordi e immortali figurine sugli almanacchi. Abbiamo quindi preferito che a parlare sia una leggenda vivente. L’ultima a dare spettacolo sul campo del Franco Ossola, con i suoi gol, i suoi assist, i suoi dribbling, i suoi sguardi, i suoi momenti con la fascia da capitano al braccio. Neto Leonidas Pereira. «Festeggerò nel cuore assieme a tutti voi questa data. Festeggerò da lontano nel corpo ma vicino nell’anima: che sarà con voi sugli spalti del Franco Ossola, oggi».
Gli stessi spalti che sono saltati in aria ad ogni suo gol. Che hanno invocato il suo nome ad ogni ingresso in campo. E che lo hanno fatto, ancora più forte, quando non ha potuto calcarlo per infortunio. Il nostro Swarovski: il giocatore più prezioso, agli occhi del suo popolo: quello biancorosso. «I tifosi sono tutto per il Varese. Quando sono tornato mi hanno accolto come solo loro sanno fare: facendomi commuovere. Il pubblico biancorosso è senza categoria. Quest’anno ha spinto la squadra con una forza straordinaria, come sempre. La forza che ha portato i giocatori a fare in campo una vera e propria impresa. E chissà se un giorno potrò riabbracciare la mia gente, e indossare ancora la mia maglia. Quella del Varese».

Allo stadio riesco ad essere felice (L’editoriale di Massimiliano Gibellini)
Dedicato a voi «Grazie ai nostri tifosi siamo invidiati da tutti» (Gli uomini della rinascita – Le dediche e i sogni di giocatori, allenatore e principali dirigenti)
«Ogni notte e ogni giorno come se nella nostra vita esistesse solo il Varese» (Il cuore della società – Ciavarrella, Galparoli, Rosa e Scapini)
Frontini alza la lavagnetta. E’ il segnale: il Varese è tornato (10 passi nel futuro – Il diario di Francesco Zecchini, il tifoso di 18 anni)
«Base rossa con inserti bianchi. Ma occhio ai dettagli portasfiga» (Oggetto sacro – Marco Tomasetto ci racconta le divise impresse nel cuore)
– (Simbolo vivente – Il più amato)
«Stipati in quella macchina si parlava solo del Varese» (Una squadra di famiglia – Tiziano Masini e una passione sconfinata, ereditata dal nonno e dal papà)
C’era una volta un eroe a caccia di un lieto fine (Come una favola – Il nostro maestro Luca Ielmini racconta ai (suoi) bambini la storia biancorossa)
«Nessuno amò il Varese come Maroso» (La storia infinita – Lele Bellorini «Prima partita nel ’62. Tre nomi di giocatori? Picchi, Anastasi, Buba»)