«Come se fossimo in guerra»

Strage a Nizza - Le voci dei varesini presenti al momento dell’attentato sulla Promenade des Anglais

Un altro attentato terroristico ha colpito la Francia, lasciando una lunga scia di sangue sulle strade del Paese. Il bilancio della strage di Nizza di giovedì sera, compiuto da un attentatore a bordo di un camion, è ancora provvisorio ma il numero delle vittime è altissimo come anche quello dei feriti. Sono 84 sinora i morti accertati dell’attentato compiuto su la Promenade des Anglais, tra cui anche tanti bambini; sono invece almeno una cinquantina i feriti che versano in condizioni molto gravi.

Sul lungomare di Nizza, giovedì sera, per gustarsi lo spettacolo dei fuochi artificiali in occasione della festa nazionale del 14 luglio, c’erano anche tantissimi italiani e diversi varesini, che per fortuna sono riusciti a mettersi in salvo. Alcuni nostri connazionali mancano purtroppo all’appello e risultano tra i dispersi; incolumi ma ovviamente molto spaventati i varesini presenti a Nizza al momento dell’attentato.

«Dopo gli ultimi fuochi d’artificio abbiamo sentito ancora rumori di esplosioni e abbiamo visto dei bagliori, ma abbiamo pensato fosse l’ultima parte dello spettacolo – racconta Silvana, varesina trasferitasi a Nizza da una decina di anni fa – poi abbiamo cominciato a vedere persone che si assembravano sulla spiaggia; prima poche, poi sempre di più. Qualcuno correva e sentivamo ancora spari».

Silvana stava trascorrendo la serata cenando sulla spiaggia, poco distante dall’hotel Meridien, a due passi dal luogo della strage. «Sono entrata in un bar a chiedere cosa stesse succedendo – prosegue il suo drammatico racconto – ho guardato sulla Promenade e ho visto che c’erano persone sdraiate; io mi sono riparata sotto il lettino della spiaggia poi ci siamo rinchiusi nel bar. Qualcuno attraverso il telefonino sapeva cosa stava succedendo; il mio timore era che l’attentatore arrivasse per ucciderci». Verso mezzanotte, Silvana riesce a fare ritorno a casa, dopo che era stato aperto un varco sulla Promenade. «Le persone erano fuggite dai ristoranti ed era tutto rotto, tutto per terra, tavoli per aria; come in una guerra» conclude la donna.

Giovanni Corvi è il titolare dello storico fiorista di corso Matteotti a Varese, che trovandosi in vacanza a Sanremo con la famiglia, aveva deciso di recarsi a Nizza per vedere i fuochi. «Alla fine abbiamo deciso di non andare perché il tempo era incerto e così siamo rimasti a casa» racconta il commerciante. «Quando abbiamo sentito la notizia dell’attentato ci si è gelato il sangue – racconta – per qualche secondo nessuno ha proferito parola, ma tutti abbiamo pensato che la Provvidenza qualche volta ci vede bene».

La paura però non può vincere e, racconta il signor Corvi «nei prossimi giorni viaggeremo ancora e potremmo andare anche a Nizza». Vive da qualche anno nella città della Costa Azzurra Barbara Rizzo, ex nostra collaboratrice, che oggi lavora per Easyjet. «Stavo godendomi lo spettacolo dei fuochi dal terrazzo di casa poi ho iniziato a sentire dei rumori strani, poi le sirene e quindi ho appreso cosa era successo» racconta a freddo a pochi istanti dall’attentato utilizzando Facebook per tranquillizzare amici e parenti. Poi è la volta della rabbia «per come un Tir di quelle dimensioni possa essere passato dai controlli ed essersi spinto fino alla Promenade Des Anglais».

Alice, studentessa di 15 anni, è la nipote del gaviratese Santo Cassani e si trova a Nizza per uno stage, ospite di una famiglia francese; anche lei si trovava sulla Promenade al momento dell’attentato «È riuscita a salvarsi per miracolo – racconta Cassani – perché un poliziotto l’ha spinta in una scala di un parcheggio sotterraneo dove si è rifugiata». Alice è riuscita a dare una mano a chi si trovava in difficoltà. «Mi ha detto che vuole continuare i suoi studi a Nizza» conclude Cassani.