«Salviamo il nostro Bernascone»

La torre campanaria di San Vittore, che compirà 400 anni il 5 marzo, deve essere restaurata

Il Campanile del Bernascone compie 400 anni il prossimo 5 marzo e la parrocchia di San Vittore vorrebbe regalargli un intervento di restauro. La conferma arriva da monsignor Luigi Panighetti, parroco di San Vittore, che dal giorno del suo insediamento ha preso a cuore il destino del Campanile, uno dei monumenti più cari ai varesini.

Panighetti ieri mattina ha incontrato il sindaco Davide Galimberti e l’assessore Andrea Civati per annunciare la volontà di dare il via a un progetto di restauro e chiedere un supporto nella comunicazione. L’intervento, infatti, vuole essere condiviso con le istituzioni e la cittadinanza, anche perché si tratta di un progetto ingente, che la parrocchia non può affrontare da sola.

Per ora il progetto di restauro del Campanile è in fase embrionale. Sicuramente, però, qualcosa deve essere fatto: la mantovana provvisoria (la rete che circonda il campanile per raccogliere frammenti e polvere, ndr) non è bella da vedere, e mal si accompagna a un edificio storico, il più alto del centro cittadino, nonché testimonianza esemplare del tardo manierismo dei Borromei.

Il Campanile è alto quasi 80 metri, 77,91 per la precisione; la cima può essere raggiunta scalando 254 gradini di pietra. La base quadrata del monumento misura 10,85 metri per lato. Le campane sono 8: la maggiore di esse ha un diametro di 178 centimetri (venne fusa nel 1825 nella officina Bizzozero). L’imponente edificio è stato più volte reputato in buone condizioni strutturali. Le ultime analisi volte a verificarne la stabilità risalgono al 2009, quando – dopo la caduta di alcuni frammenti – la parrocchia commissionò uno studio approfondito, a cui lavorarono diversi tecnici. Quell’indagine di stabilità – la più accurata eseguita dopo il 1928 – diede esito positivo: il Campanile appariva infatti in splendida salute e la caduta di pietrisco fu reputata un fatto isolato, da non mettere in relazione ad eventuali problemi di stabilità.

La caduta di frammenti, dovuta probabilmente all’erosione della copertura causata dal tempo, però, non si è fermata negli anni successivi. Per esempio, il 24 luglio scorso cedettero alcuni elementi decorativi del Campanile che misero la parrocchia nella condizione di dover transennare il monumento a scopo precauzionale. Anche il quel caso furono eseguite alcune verifiche che stabilirono che il Campanile non fosse in pericolo. «Il monumento non in pericolo, la situazione non è grave – aveva fatto sapere il prevosto, monsignor Luigi Panighetti – Saranno presto definiti eventuali interventi anche se non sembra esistano danni strutturali per l’antica costruzione».
Recentemente, conferma Panighetti, «non ci sono stati ulteriori distaccamenti. Crolli veri e proprio non ci sono mai stati, ma la ricorrenza del quattrocentesimo è ideale per predisporre l’intervento di restauro».

Il Campanile del Bernascone è un simbolo per la città. È stato testimone della storia, tanto è vero che un lato esterno del Campanile conserva le tracce di molte palle di cannone: sono quelle fatte sparare dal generale austriaco Urban, nel 1859, per ferire la torre, colpevole di aver suonato a festa le campane quando in Varese entravano i Garibaldini. Una palla di cannone conficcata nel campanile è affiancata da una targa con scritto «saluto di tirannide straniera».