È stato fermato nella notte tra mercoledì 25 e giovedì 26 giugno Emanuele Mirti, 50 anni, residente a Castellanza, con l’accusa di essere l’assassino di Davide Gorla, 64 anni, commerciante di Busto Arsizio accoltellato nel proprio negozio in via Milano. I due si conoscevano: Mirti era affittuario di un appartamento di proprietà della vittima, nello stesso stabile di viale Lombardia dove gli agenti della Polizia di Stato di Busto e della Squadra Mobile di Varese lo hanno trovato e fermato.
Mirti, incensurato e operaio, è stato rintracciato a casa sua, pulito e cambiato, senza tracce evidenti del delitto addosso. Interrogato nella notte, ha negato ogni responsabilità, proclamandosi completamente estraneo all’omicidio.
Le prove: video nitidi e tatuaggi visibili
Le telecamere di videosorveglianza della zona hanno ripreso con grande nitidezza un uomo con caratteristiche fisiche compatibili con quelle di Mirti: occhiali tondi, tatuaggi evidenti sulla gamba e sul braccio destro, pantaloni corti, una maglietta scura e una borsa di plastica chiara sotto braccio. Alcuni testimoni, presenti al momento delle grida d’aiuto, avrebbero già riconosciuto l’uomo ripreso nei video.
Il movente: affitti non pagati e tensioni personali
Secondo gli inquirenti, il possibile movente sarebbe economico. Si parla di affitti non pagati e di tensioni legate alla gestione dell’immobile. Tuttavia, non si esclude un risvolto personale, con possibili ruggini irrisolte tra i due.
Arma e abiti ancora da trovare
Non è stata ancora rinvenuta l’arma del delitto, né la maglietta insanguinata che l’aggressore si sarebbe tolto dopo l’omicidio per indossarne una pulita. Resta da chiarire se questi elementi fossero già in possesso dell’assassino o se siano stati reperiti nel negozio stesso.
Le indagini, coordinate dalla PM Flavia Salvatore, sono in corso. Nel frattempo, la comunità di Busto Arsizio è sconvolta dalla tragica scomparsa di Gorla, rientrato da pochi giorni da una breve vacanza.