La sexy autostoppista torna a truffare

Non indossava né la minigonna, né il body attillato, ma è possibile che la donna in tuta che ha raggirato nelle ultime ore un automobilista a Valmorea sia la stessa che poche settimane fa era stata ribattezzata l’autostoppista sexy della Briantea.

– Tra la provincia di Como e Varese erano stati diversi gli automobilisti beffati dalle curve della donna o dalla storia strappalacrime che raccontava loro per spillare dei soldi. Di recente la donna era stata beccata e denunciata dai carabinieri della stazione di Malnate, ma negli ultimi giorni potrebbe essere tornata in azione. Oppure potrebbe trattarsi di un’altra autostoppista che ne emula le gesta ripetendo la storia del figlio malato, bisognoso di medicine, che raccontava anche l’altra.


Le similitudini, però, sono diverse: motivo per cui la sensazione è che la donna, nonostante l’intervento dei carabinieri, non si sia fermata. E che continui a essere a caccia di ingenui da spennare.
«Ci tengo a precisare – racconta l’ultima vittima, un ragazzo di 26 anni di Malnate – che mi sono fermato solo perché mi dispiaceva vedere una persona sotto l’acqua a mezzanotte. Non era per niente seducente, indossava la tuta e non aveva la minigonna o altri abiti succinti».
Il giovane automobilista stava rientrando a casa quando all’altezza di Valmorea si è imbattuta nell’autostoppista. «A un certo punto – racconta – mi ha detto di suo figlio diabetico. Mi ha chiesto di accompagnarla alla Croce Rossa di Uggiate Trevano, o qualcosa del genere perché doveva prendere delle medicine. Mi ha detto che arrivava dalla Svizzera».
Il raggiro si è prolungato per parecchio tempo: «Ci siamo fermati davanti a un ufficio postale – insiste – ma dopo qualche istante è tornata in macchina dicendo che l’impianto non riconosceva il suo conto svizzero. Devo dire che la storia l’ha organizzata alla grande. Si è preparata bene. Durante tutto il tempo ha finto anche diverse telefonate per dare più credibilità a tutta la vicenda».
«A un certo punto mi ha detto se potevo accompagnarla a San Salvatore di Malnate – dichiara il giovane – perché c’era una collega che l’avrebbe potuta riaccompagnare in Svizzera». Una volta a San Salvatore, ha indicato una palazzina, ed è uscita dalla macchina: «Ha preso i 200 euro che le avevo prestato oltre alla sua borsetta e non si è più vista. Ho dato un’occhiata, ma era come scomparsa».