Un segnalibro per raccontare la storia dei cammelli di pasta sfoglia

L’assessorato al marketing territoriale del comune di Varese ha realizzato i gadget per le pasticcerie e i panifici della città

La storia del cammello di pasta sfoglia, il dolce preferito dai varesini per l’Epifania, raccontata in un segnalibro. L’assessorato al Marketing territoriale ha realizzato i segnalibro e li ha distribuiti alle pasticcerie e panifici della città: chi acquista il cammello «potrà scoprirne così l’origine e la tradizione tutta varesina», come spiega l’assessore Sergio Ghiringhelli.

Il 6 gennaio è il giorno dei Re Magi: astronomi e sacerdoti che, secondo il Vangelo di Matteo, seguendo “l’astro” giunsero a Gerusalemme per adorare Gesù. Nel “Vangelo armeno dell’infanzia”, apocrifo, sono chiamati Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, portano in dono oro, prerogativa dei Re, incenso, l’aroma per gli Dei, e mirra, sostanza dell’incorruttibilità. Si spostavano con cavallo, cammello e elefante, simboli dell’Europa, dell’Africa e dell’Asia. Le vesti dei Magi richiamano il cammino della coscienza umana verso la consapevolezza e il cammino del sole: il bianco dell’aurora,

il rosso del pomeriggio e il nero della notte.La leggenda ci ricorda che dal Varesotto passarono, secondo novelle locali, le reliquie dei Magi, rubate dal Barbarossa nella chiesa di Sant’Eustorgio Milano e da lui donate all’arcivescovo di Colonia. Sui cammelli, i varesini hanno creato un dolce dall’origine misteriosa: la forma deriverebbe dalla cavalcatura più conosciuta dei Re Magi e potrebbe essere la versione nobile di un dolce più antico e popolare, di frolla o di pane. Che la leggenda sia verità o fantasia, la presenza delle reliquie fece galoppare l’immaginazione. Non si sa dare confini precisi al “territorio del cammello”, ma si sa che nelle pasticcerie fuori Varese è difficile trovarlo. Pur esistendone molte varianti, quello “liscio” rimane il classico per eccellenza.