Il cielo è azzurro sopra Berlino/2

Chi non si è alzato in piedi sul divano alla tripla decisiva di Marco Belinelli contro la Germania? Il direttore ci racconta la magia di questi Europei

Il cielo è azzurro sopra Berlino/2, con una diversità: il basket unisce. Se l’Italia del calcio avesse perso la prima partita degli Europei come l’ha persa quella della palla a spicchi con la Turchia, l’avrebbero triturata, infangata, derisa (perché gioca il blocco juventino? Quell’allenatore da calcioscommesse cosa ci fa sulla panchina azzurra? Il 4-2-3-1 è una boiata, ci vuole il 4-3-3, anzi il 4-4-2 perché siamo italiani). Qui, invece, nessun tifoso di Varese è andato a vedere se coach Pianigiani era a Siena con il tentacolare Minucci,

se Gentile è un nemico più o meno odiabile di Hackett, se le responsabilità della sconfitta o della vittoria hanno un colore piuttosto che un altro. Il cielo sopra Berlino è sempre azzurro, quando batti i tedeschi, ma nel basket lo è di più. Perché se anche Belinelli in contropiede sul +2 a 15 secondi dalla fine del supplementare avesse sbagliato la tripla folle che ha scagliato (alla Wes Matthews), quando bastava congelare il pallone, nessuno gli avrebbe dato del traditore o del “bolognese” (ha giocato sia nella Virtus che nella Fortitudo). Ci saremmo alzati tutti in piedi lo stesso. A Varese come a Cantù.