Road to Cracovia /5. E il timore delle insidie si trasformò in magia

Questa mattina si parte alla volta di Rust, a meno di 70 km dal confine slovacco

Abbiamo superato ieri la metà del nostro viaggio. Da un certo punto di vista è bello rendersi conto che Cracovia ogni giorno che passa è sempre più vicina. Si fa fatica più volentieri (non ditelo ai ciclisti), cresce l’euforia che sovrasta la stanchezza. Da un altro punto di vista quasi è triste dispiace, perché il clima che si sta creando nel gruppo in questi giorni è davvero eccezionale. L’avventura nella sue essenza è sempre una scommessa, perché non sai mai quali pericoli può portarsi con sé.

Il nostro viaggio, ad essere sinceri, ha sempre nascosto qualche insidia prima della partenza da Cassano Magnago: la stanchezza che affiora, il non trovarsi bene con un compagno di viaggio – può capitare -, la disorganizzazione, la fatica. Ebbene, dopo cinque tappe è stupefacente constatare come si sia creata un’alchimia che sembra indistruttibile e che sa resistere alle difficoltà che il viaggio ci presenta dinanzi.

Guardando i due arcobaleni di ieri, ci siamo ricordati una volta di più che qualcuno ci guarda e che avrebbe immaginato questo viaggio proprio così. In allegria, in amicizia, con la capacità e la serenità per superare ogni problema, con il sole che ci saluta e ci accompagna ogni giorno, con i paesaggi che queste pedalate ci stanno regalando.
Ieri abbiamo attraversato l’Austria da Klagenfurt e Leoben, 155 chilometri in mezzo alla natura incontaminata di questo paese.

Spesso quando non trovo le parole giuste per scrivere, chiedo ai ragazzi un aiuto per qualche spunto. Ieri, dopo la fine di una salita, uno di loro mi ha consigliato di scrivere dei paesaggi dell’Austria. E aveva ragione, perché spesso pedalando e facendo fatica, è difficile rendersi conto di ciò che ci circonda. Nonostante la stanchezza che si accumula in salita, hanno avuto la lucidità di fermarsi ad ammirare ciò che li circondava: prati sconfinati, boschi, montagne, pascoli. Un paesaggio che potremmo definire da cartolina, ma che dal vivo è ancora più bello.

Da Klagenfurt a Leoben, abbiamo dunque scollinato la metà di questo viaggio e guardando anche le cartine, tra noi e Cracovia resta solo la Slovacchia, che abbracceremo a partire da giovedì, quando da Rust arriveremo a Piestany.
Quella meta che all’inizio sembrava solo un miraggio, ora è sempre più concreta e regala benzina nelle gambe, nella testa e nel cuore. Perché in fin dei conti il nostro modo di affrontare questo viaggio è sempre lo stesso, dove non ci arrivi con le gambe ci arrivi con la testa e con il cuore. L’ho scritto tante volte in questi giorni, forse troppe, ma non c’è miglior modo per descrivere lo spirito di questo viaggio. Perché in fin dei conti Cracovia la raggiungeremo davvero così. Probabilmente stanchi, stremati, ma colmi di gioia e di bellezza. Lunedì sera, prima di addormentarci e salutare Klagenfurt, Luigi ha tirato fuori la sua cornamusa e ha incantato anche i freddi austriaci e tedeschi, che si sono assiepati attorno alle nostre piazzole, interessandosi anche al nostro viaggio.

Basta un suono, una bella musica, per creare atmosfera, gioia e piacere anche dove non sembra che tu sia il benvenuto. Le stesse sensazioni ci arrivano anche rendendoci conto del supporto e della partecipazione che le persone da casa ci stanno trasmettendo ogni giorno di più. Forse ora faticano e fatichiamo a capirla fino in fondo, ma è semplicemente qualcosa di indescrivibile, inimmaginabile. Penso quindi a tutte le persone che ci scrivono e che ci spingono su Facebook, che ci scrivono messaggi di incoraggiamento, penso al signor Chiaravalli che si è fatto in quattro per trovare sponsor affinché questo viaggio fosse possibile e che ci chiama spesso per sapere come procede.

Penso a Stefano Zanini che ogni giorno su WhatsApp ci scrive dal Tour de France e sostiene i ragazzi, penso agli incoraggiamenti che ci manda anche Eugenio Alafaci, penso agli amici del Prealpino che ci hanno prestato il furgone e che si mantengono in costante aggiornamento. Penso a queste persone dunque, senza poterle citare tutte, che pur non essendo qui è come se ci fossero. Vi sentiamo per davvero, avvertiamo la vostra spinta, il vostro appoggio, ed è un motivo in più per pedalare ogni giorno verso Cracovia con questi ragazzi. Questa mattina da Leoben ci sposteremo a Rust, una cittadina sul lago Neusiedler, a meno di 70 chilometri dal confine slovacco, da Bratislava e dalle rive del Danubio. Il viaggio sulla loro scia continua, Cracovia ormai ci aspetta a braccia aperte.